Morloi's Digital Dungeon

Scritture Digitali, più di un saggio, quasi un manifesto.

Oct 29, 2025

Tutto nel digitale è scrittura. Non solo le scritture propriamente intese: anche le immagini ed i video, i programmi e le pagine web, così come ogni nostra azione in ambiente digitale è fatta di scrittura.

piccola recensione ignorante di “Scritture Digitali - Dai social media all’IA e all’editing genetico” di Roberto Laghi // Meltemi Editore

Non sono abituato a scrivere recensioni letterarie, ma questa volta, sinceramente, non posso esimermi: questo aldilà del rapporto amicale che mi lega all’autore, Roberto Laghi, anzi, ad essere sinceri forse è proprio questo che mi ha trattento più del dovuto a buttare in rete queste poche righe di commento ad un testo che davvero considero fra quelli che non smetterò mai di citare nei prossimi anni.

"Leggendo Scritture Digitali"

Roberto si occupa di scrittura a livello accademico, ma è anche profondamente e in maniera autentica un attivista: questa è la natura duale di “Scritture digitali”, da una parte una rigorosa ricerca teorica sulle forme contemporanee e future della scrittura, dall’altra un sentito e accorato appello per una presa di coscienza dei rapporti di potere nella nostra società digitale e del ruolo che il capitalismo algoritmico ha nelle nostre vite, proprio grazie alla tecnica-scrittura.

“Scritture Digitali” è un lungo viaggio (378 pagine fitte, esclusa la bibliografia) che si snoda in tre parti fondamentali: il capitolo centrale, dedicato alle scritture digitali italiane è nel contempo forse quello “meno accessibile” ad un pubblico non accademico, ma anche ricchissimo di spunti e possibilità di approfondimento, una vera e propria finestra su una scena ricca e quanto mai viva (dalle incredibili esperienze di scrittura performativa di Iaconesi e Persico, arrivando ai lavori degli Uochi Toki).

Nel primo capitolo “Dalla tecnica alla critica”, Roberto Laghi è stato in grado di produrre una delle più complete e chiare analisi dell’attuale scenario economico/politico/sociale legato al digitale, il tutto senza perdere di vista il nucleo del suo lavoro di ricerca: la scrittura. Più volte, nel mezzo di questo lungo e articolato lavoro ricchissimo di riferimenti e rimandi a decine di altri autori e ricercatori di tutto il mondo, come è d’uopo per un’opera che non ha fini divulgativi, ma accademici, si ha la sensazione che il fuoco sacro del Laghi “attivista” prenda il sopravvento, riuscendo a scardinare l’aplomb di un’opera comunque rigorosissima, che diventa capace di farsi a tratti Manifesto.

Ed è qui che a mio parere il lavoro di Roberto diventa importante non solo per chi si occupa di scrittura, ma per tuttə: se è vero che tutto nel digitale è scrittura, dalla scrittura dobbiamo per forza passare per riprendere possesso della realtà delle macchine, che alla fine è la nostra realtà.

L’ultimo capitolo è dedicato a due aspetti di limite del linguaggio, da una parte la cosidetta “intelligenza artificiale”, dall’altra l’editing genetico: due frontiere della tecnica e della scienza, che ruotano pesantemente attorno alla scrittura digitale.

Qui Laghi centra perfettamente l’aspetto cruciale: il futuro, per essere compreso, ha bisogno di un approccio fortemente interdisciplinare, di nuovi punti di vista che sappiano da una parte de-antropomorfizzare le macchine e la tecnica, dall’altra mettere al centro il progresso sociale e collettivo a discapito degli interessi personali e privatistici.

Come si esce dalla lettura di questo tomo rosso (che fin dalla splendida copertina di Ehsan Mehrbakhsh tradisce la volontà di andare oltre la saggistica accademica)? Come dice Fabrizio Venerandi alla fine della prefazione al lavoro di Roberto, con la convinzione che “Bisogna, ragazzi, smettere di essere clientela e hackerare il sistema”.

Roberto Laghi “Scritture Digitali - Dai Social Media all’IA e all’editing genetico” - 2025 Melteni Editore

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